2009 Dimitri (Jakob Müller)

Geboren am 18. September 1935 in Ascona, Schulen im Tessin und in Zürich, dreijährige Töpferlehre bei Margrit Linck in Zollikofen bei Bern. Parallel dazu Unterricht in Schauspiel, Musik, Ballett und Akrobatik. 1954 nach Frankreich; in Paris Pantomimenunterricht bei Etienne Decroux, Akrobatik, Seiltanz und Gitarre. 1958 Schüler von Marcel Marceau, anschliessend Auftritte mit dem Weissclown Maiss u.a. im Cirque Medrano in Paris. 1959 Uraufführung des ersten Soloprogramms in Ascona. Seither Auftritte in der ganzen Welt mit Soloprogrammen und der Familienshow «La Famiglia Dimitri». 1970, 1973 und 1979 mit dem Circus Knie auf Tournee. 1971 Gründung, zusammen mit seiner Ehefrau Gunda, des Teatro Dimitri in Verscio und 1975 der Scuola Teatro Dimitri, heute Hochschule für Bewegungstheater. 1978 Gründung der Compagnia Teatro Dimitri, 1981 der Fondazione Dimitri, 2000 mit Harald Szeemann des Museo Comico in Verscio.
Dem herrlichen Clown und Theaterkünstler, der weltweit mit feinem Humor und heiterer Kunst Herzen rührt und ohne Worte Menschen verbindet, der mit seiner Hochschule für Bewegungstheater einen Schatz der Schweizer Kultur aufgebaut und sich ein Leben lang für die Theaterkunst eingesetzt hat.

Laudatio

Thomas Kaden

Permettetemi di cominciare questa laudatio per Dimitri in italiano. Ho scelto l'italiano, perché è la lingua ufficiale del Cantone Ticino, dove ci troviamo, ed è una delle lingue parlate da Dimitri. Infatti Dimitri nacque ad Ascona, da genitori svizzeri tedeschi, frequentò le scuole e assimilò la cultura latina combinandola con quella che riceveva a casa. Senz'altro sarà stato apostrofato con quel termine tipico ticinese di «ziichin», ma a differenza di molti altri «ziichin» Dimitri si è adattato alla vita e cultura del Ticino, ha approfittato di crescere tra due culture così diverse, cogliendo da ciascuna quello che c'è di migliore e combinandole in maniera positiva per produrre qualcosa di nuovo.

Wenn ich diese Laudatio in italienischer Sprache beginne, dann ist es zum einen als Respekt gegenüber dem Kanton Tessin, wo wir uns heute befinden, zum anderen weil Italienisch eine der von Dimitri gesprochenen Sprachen ist. Dimitri wurde in Ascona geboren, besuchte dort die Schulen und nahm dadurch die italienische Kultur auf, die er mit der seiner deutschschweizerischen Eltern kombinierte. Dimitri hat von beiden Lebensarten und Kulturen profitiert, hat das Beste aus beiden herausgegriffen und sie so kombiniert, dass etwas Neues daraus entstehen konnte, — Sein Vater war der Bildhauer, Maler und Architekt Werner Jakob Müller, seine Mutter stellte poetische Stoffplastiken her. Im Alter von sieben Jahren entschloss sich Dimitri, Clown zu werden. Besuche im Circus Knie mit dem Clown Andreff förderten seinen Entschluss. Trotzdem machte er nach zehn Schuljahren (Primarschule und Gymnasium im Tessin und ein Jahr Rudolf-Steiner-Schule in Zürich) eine Töpferlehre in Bern. In dieser Zeit nahm er bereits Schauspielunterricht, Musikstunden am Konservatorium und Ballett- und Akrobatikstunden. Er spielte auch einige komische Rollen an Studentenbühnen.

Il padre di Dimitri fu lo scultore, pittore ed architetto Werner Jakob Willer, sua madre creava poetiche plastiche di stoffa. Già all'età di sette anni Dimitri decise di diventare pagliaccio. Incontri al Circo Knie con il Clown Andreff lo rafforzarono in questa decisione. Malgrado ciò fece dopo dieci anni di scuola (scuole elementari e ginnasio in Ticino ed un anno alla Rudolf-Steiner-Schule a Zurigo) un tirocinio come vasaio a Berna. Durante questo periodo prese corsi di teatro, corsi di musica al Conservatorio, lezioni di balletto ed di acrobazia. Fu attore anche in alcuni pezzi di teatro comico. Dopo aver terminato il suo tirocinio, andò a Parigi, dove prese lezioni di pantomima da Etienne Decroux, frequentò corsi di acrobazia e di funambolismo da artisti del circo ed imparò a suonare la chitarra da suonatori di flamenco. Dopo un corto soggiorno in Svezia tornò di nuovo a Parigi.

Nach Abschluss der dreijährigen Lehre zog er nach Paris und studierte Pantomime bei Etienne Decroux, Akrobatik und Seiltanz bei Zirkusartisten und lernte Gitarre bei Flamenco-Spielern. Es folgte ein kurzer Aufenthalt in Schweden, wo er als Töpfer arbeitete und gleichzeitig Kurse bei einem Kunstturner besuchte. Wieder in Paris, wurde er Schüler von Marcel Marceau, der ihn bald für zwei Mimodramen in seine Truppe aufnahm. Später arbeitete er als dummer August mit dem berühmten Weissclown Maiss an verschiedenen Galas, in einem Wanderzirkus in Frankreich und schliesslich im Cirque Medrano in Paris. 1959 fand die Uraufführung seines ersten Soloprogramms in Ascona statt. Nach dem grossen Erfolg im eigenen Land folgten Tourneen durch Europa, USA, Kanada, Südamerika, Australien, China und Japan.

Di ritorno a Parigi fu scolaro di Marcel Marceau, che ben presto lo incorporò nel suo gruppo per due mimo-drammi. Più tardi lavorò con il famoso clown bianco MaTss in diverse feste di gala, in un circo francese e finalmente con il circo Medrano a Parigi. Nel 1959 ebbe luogo la première del suo programma ad Ascona. Dopo il gran successo ottenuto nel proprio paese, seguirono una serie di tournées attraverso tutta l'Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l'America del Sud, l'Australia, la Cina e il Giappone. Inoltre cominciò a disegnare, a dipingere ed a cantare canzoni popolari. Di questa attività vennero publicati diversi libri e dischi e a partire dal 1990 ebbero luogo regolarmente mostre dei suoi lavori. Negli anni 1970, 1973 e 1979 fece parte del circo nazionale Knie, nel 1985/86 si produsse durante la stagione invernale nel Big Apple Circus a New York.

In den folgenden Jahren kreierte er drei weitere Soloprogramme (Porteur, Teatro und Ritratto). Daneben zeichnete, malte er und sang Volkslieder. So kamen verschiedene Platten und Bücher von ihm heraus, und seit 1990 finden regelmässig Ausstellungen seiner Bilder und Objekte statt. 1970, 1973 und 1979 ging er mit dem Schweizer Nationalzirkus Knie auf Tournee, 1985/86 trat er während der Wintersaison im Big Apple Circus in New York auf.

1971 gründete Dimitri mit seiner Frau Gunda ein Theater in Verscio und 1975 die Scuola Teatro Dimitri, heute Hochschule für Bewegungstheater und Theaterkreation. 1978 entstand die Compagnia Teatro Dimitri, für die er fast alle Stücke selber kreierte. Im Jahr 2000 gründete Dimitri zusammen mit Harald Szeemann das Museo Comico in Verscio. Nebst zahlreichen anderen Projekten gibt Dimitri mit seinen Soloprogrammen und der Familienshow La Famiglia Dimitri weltweit mehr als 100 Vorstellungen pro Jahr.

Nel 1971 Dimitri fondò assieme a sua moglie Gunda un teatro a Verscio e nel 1975 la Scuola Teatro Dimitri, oggi Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana per teatro di movimento e per creatività (SUPSI). Nel 1978 nacque la Compagnia Teatro Dimitri, per la quale egli scrisse quasi tutti i pezzi. Nel 2000 Dimitri fondò assieme a Harald Szeemann il Museo Comico a Verscio. In più a molti altri progetti Dimitri appare nei suoi programmi da solo o nel quadro della show La Famiglia Dimitri più di 100 volte all'anno sul palcoscenico.

Wer aber ist Dimitri?

Dimitri ist ein viel beschäftigter und einfallsreicher Mann. So finden wir ihn beim täglichen Üben in seinem Studio, beim Morgenessen mit seiner Frau Gunda, bei seinen Auftritten im Theater, bei der Regiearbeit, im Clownkurs in seiner Schule in Verscio, beim Malen, beim Singen in der Osteria und beim Träumen am Bahnhof. Was aber treibt ihn an, wieso kann er, der ein Leben lang diszipliniert gearbeitet hat, der auf so viele Erfolge zurückblicken kann, sich mit über 70 Jahren nicht einfach zufrieden zur Ruhe setzen? Einmal glaubt er daran, dass gute Clowns im Alter immer besser werden, und er ist der Überzeugung, dass er zwar auf dem rechten Weg sei, aber doch noch besser werden, die Leute noch mehr erfreuen könne. Er findet, der Humor spreche das Kind im Menschen an und führe zum Guten.

Ma chi è mai questo Dimitri?

Dimitri è una persona sempre indaffarata con mille nuove idee da realizzare. Così lo troviamo ad esercitarsi nel suo studio, a far colazione con sua moglie Guida, a prodursi nel teatro, a lavorare come regista, a dar corsi per i clown della sua scuola a Verscio, a disegnare, a dipingere, a cantare nell'osteria o a sognare seduto in stazione. Ma cosa continua a stimolarlo? Perché non può, lui che ha lavorato per tutta la sua vita in maniera disciplinata e ha ottenuto tanti successi, smettere dopo aver superato i 70 anni d'età? Da una parte crede che i clowns con l'età diventano sempre migliori ed è persuaso che si trova sulla via giusta, ma che può fare ancor più per diventar ancora migliore a fine di rallegrare il suo pubblico. Crede che il buon umore fa rinascere il bambino nell'uomo o la bambina nella donna e che conduca al bene.

Ganz wichtig für Dimitri ist seine Familie; seine Frau Gunda und ihre Kinder Mathias, Ivan, David, Masha und Nina. Dimitri will sein Können und Wissen nicht nur an seine Kinder weitergeben, sondern auch an junge interessierte Artisten, darum hat er die Scuola Teatro Dimitri in Verscio ins Leben gerufen. An dieser Schule kann man heute sowohl einen Bachelor wie einen Master erlangen. Ziel der Ausbildung zum Bachelor ist es, innerhalb von drei Jahren einen eigenständigen, selbstverantwortlichen Bühnenkünstler aufzubauen, der in der Lage ist, in der Theaterwelt Fuss zu fassen, einen eigenen Stil zu entwickeln und sich in einem kompetitiven Umfeld zu behaupten.

Nella vita di Dimitri la sua famiglia ha un posto importante: sua moglie Gunda, i suoi figli e figlie Mathias, Ivan, David, Masha e Nina. Dimitri vuole trasmettere il suo saper fare e la sua conoscenza non solo ai suoi figli o alle sue figlie, ma anche a giovani artisti interessati. Per questo fondò a Verscio la Scuola Teatro Dimitri, alla quale si può ottenere sia un Bachelor sia un Master. Meta del bachelor è la formazione in tre anni di un artista indipendente e responsabile, capace di fissarsi nel mondo dello spettacolo, di sviluppare uno stile proprio e di rimanere competitivo nel campo del teatro.

Im Masterstudium steht die eigene Kreation, die Entwicklung von Theaterstücken, im Vordergrund. Dabei werden umfangreiche Kompetenzen, auch aus anderen Theaterdisziplinen, vermittelt. Mit der Einrichtung des «Master-Campus-Theater-CH« 2008 ist in der Schweiz ein neuer, einzigartiger und landesweiter Studienraum entstanden, an dem sich die Schauspielschulen Zürich, Bern und Lausanne gemeinsam mit Verscio beteiligen. Für alle Studierenden der vier Schulen gibt es ein allen gleichermassen zugängliches Unterrichtsangebot in Blockkursen. Damit ist in der Schweiz ein völlig neues Ausbildungskonzept entstanden, bei dem sich die Studierenden aus einer einzigartig grossen Kompetenzvielfalt bedienen können. Im Masterstudium definieren die Studierenden mit einer eigenen Theaterproduktion oder einer Forschungsarbeit ihre Studieninhalte weit gehend selbst.

Al centro dello studio Master troviamo lo sviluppo delle propria creatività per produrre pezzi di teatro. Per raggiungere questo fine vengono insegnate materie provenienti anche da altre discipline teatrali. Con la creazione del programma «Master-Campus-Theater-0-1» nacque nel 2008 in Svizzera un curriculum unico nel suo genere, al quale partecipano le scuole per attori di Zurigo, Berna, Losanna e Verscio. Per tutti gli allievi delle quattro scuole c'è un' offerta di corsi in blocco, accessibili a tutti. In questo modo si raggiunse una nuova forma di formazione, nella quale gli studenti e le studentesse possono servirsi di una molteplicità di competenze. Nello studio master gli allievi e le allieve definiscono con una produzione teatrale propria o con un lavoro di ricerca il contenuto dei loro corsi.

Obschon ich versucht habe, mit Worten Dimitri zu charakterisieren, ist mir dies nur teilweise gelungen, da Dimitri so viele Facetten hat. Ich möchte deshalb zum Schluss noch zwei treffende Angaben zu seiner Person vorlesen, die von Leuten geschrieben wurden, die dies viel besser als ich machen können. — Sebbene io abbia provato a descrivere la personalità di Dimitri con mie parole, ci sono riuscito solo parzialmente, poiché Dimitri ha tanti aspetti diversi. Vorrei perciò per terminare proporvi due giudizi sulla sua persona, scritti da chi molto meglio di me è capace di farlo.

«Schaut ihn an, sage ich, das ist ein wirklicher Clown. Was ist ein wirklicher Clown? Das weiss ich nicht, aber schaut ihn an: Er kann schon allerhand und immer noch etwas mehr und dann ist er selig, wenn noch mehr gelingt, sogar das Unglaubliche. Man freut sich wie mit einem Kind, das die Tücke aller Dinge entdeckt und wie durch ein Wunder nicht strauchelt. Ich bin in jedem Augenblick gespannt, aber dann hat immer jemand gelacht, einfach laut gelacht, als wäre er allein, nicht wie man über einen Witz lacht, sondern gelacht vor Freude wie ein Kind; das war ich und der Clown heisst Dimitri».

Max Frisch

«Il y a chez Dimitri une fraîcheur naïve, une simplicité, et l'âme du poète. Il a l'étoffe d'un grand, et sa jeunesse, et sa persévérance lui ouvriront de grandes voies. Clown-musicien Dimitri nous livre son coeur, fait vivre les objets réels, comme des personnages de légende. Dans les projecteurs il apparait avec son visage poétique et écarquillé comme une grande étoile. Dimitri, clown d'Ascona, nous vous regardons avec notre âme«.

Marcel Marceau


«Ich habe alles mit Helfern und Helferinnengemacht.»

Dimitri

Vielen Dank für dieses grosse Geschenk.
Als ich das vernahm vor ein paar Monaten, dass ich diesen Preis bekommen werde, ich konnte es gar nicht glauben. Ich konnte es nicht fassen, ehrlich gesagt. Ich dachte, das ist ja nicht möglich, das ist ja so eine Art Nobelpreis, der Schweizer Nobelpreis; und als ich dann auch die Summe vernahm, ist es mir fast übel, schlecht geworden. Und dann ist Herr Schmid, der Präsident der Stiftung, zu uns heruntergekommen. Und ich wollte ihm sofort sagen: «Ja, Herr Schmid, wissen Sie, ich habe schon so viele Ideen mit dem Geld, was ich machen will, ja, also, ich möchte das ...». —«Stopp, Stopp, Stopp, Stopp, Sie müssen mir gar nicht sagen, was Sie damit machen, die Hauptsache ist, dass Sie Freude haben, wir wollen Sie ehren, wir wollen das unterstützen, Ihre Aktivitäten.» — Das fand ich eigentlich grossartig, dass eine Stiftung einfach etwas verschenkt und nicht wissen will, was damit geschieht, mit dem Geld. Das find' ich enorm grosszügig.
Aber ich hab' jetzt trotzdem Lust, Euch zu sagen, was ich effektiv mit dem Geld machen will. Weil, Ihr wisst ja, wenn man so etwas auf die Beine stellt, so ein Theater, eine Schule, eine Truppe, ein Museum, ein Restaurant — okay, das Restaurant ist vielleicht das, was noch am besten rentiert, nicht, das kostet einfach alles Geld.
Und jetzt ist noch ein neues Kind geboren. Wir konnten nämlich hier im Nachbarland eine wunderschöne Villa kaufen; auch mit viel Glück, weil eine besondere Dame, ich nenne sie mein Schutzengel, einfach eine wirklich grosse, grosszügige Summe spenden konnte. Und darum konnten wir diese Villa kaufen. Aber ich träumte schon lang von dieser Villa und auch von den Möglichkeiten, die man in dieser Villa realisieren kann. Und zwar will ich Euch jetzt erzählen:

Diese Villa wird sich wohl auf vier Säulen stützen:

Die erste Säule, das ist etwas, was mich schon so lange beschäftigt, seit es die Computer und das Fernsehen gibt und so. Die Kinder, die Jungen, sitzen stundenlang vor diesem Apparat, und ihre Fantasie geht kaputt, ihre Kreativität. Ihr Körper wird faul, sie bewegen sich nicht mehr. Ist das nicht traurig? Und ich möchte hier ein Gegengewicht kreieren in dieser Villa und in diesem Park, wo die Kinder wieder sich bewegen, Theater spielen können, Theater schauen können, Masken bauen können, einfach kreativ sein... und sie ein bisschen weglocken von diesem blöden, verdummenden Kasten. Er hat sicher auch sehr viele Vorteile, das möchte ich nicht negieren. Und heute kann man ja gar nicht mehr leben ohne diesen Kasten. Aber eben, Ihr habt schon verstanden.
Die zweite Säule, die hat ja Professor Kaden bereits erwähnt: Wir sind wieder eine Hochschule, also, auf Deutsch heisst es «Hochschule für Bewegungstheater» und auf Italienisch klingt es viel schöner: «Scuola Universitaria di teatro di movimento»... berührt mich einfach. Und Ihr wisst ja, Ihr seid ja alles studierte Menschen, in einer Hochschule muss man ja forschen. Und ich natürlich, als Clown, möchte diese Forschung ein bisschen Richtung Komik, Richtung Lachen, Richtung Humor, Richtung Farce, Komödie, Clownerie, Narrentum puschen. Und darum möchte ich in dieser Villa das internationale Zentrum zur Forschung des Lachens , des Humors und alles, was ich vorher gesagt habe, kreieren. Und das ist auch nicht nur nützlich und schön, sondern es ist auch eine Aufgabe, die wir haben als Hochschule, nicht?
Die dritte Säule ist dann der Park, 3000 Quadratmeter Park. Dort möchte ich einen Narrenpark kreieren. Und zwar, also da gibt es abstrakte, gegenständliche Figuren in Bronze, in Stein, in Kupfer, in Holz, was auch immer. Sechs Skulpturen habe ich schon fast. Und die Idee ist, dass natürlich die Leute sich dort drin ergötzen können, dass man mit den Kindern in diesen Park gehen kann. Da gibt es z.B. ein Skulpturentrio. Das ist das klassische Clowntrio. Da ist also einmal der Weissclown, das ist der Clown, der so ein üppiges Kostüm hat mit vielen Pailletten und Spitzhut. Der ist eher ernst, darf aber auch komisch sein und spielt auch Musik.
Dann ist da natürlich der dumme August. Der hat meistens eine rote Nase — muss aber nicht sein, ich zum Beispiel verzichte darauf —, hat grosse Schuhe, hat eine Perücke und ist eben der Lustige. Darum sagt man ihm auch «Der dumme August».
Und dann ist da noch die dritte Figur, das ist eine sehr wichtige Figur auch, Monsieur Royal. Das ist der Mann im Frack, und das ist der Repräsentant von der Direktion. Und der hat die Funktion zu verbieten oder zu erlauben. — Und das sind nun diese drei. Eigentliche Archetypen.
Und ich stelle mir so vor, mit den Kindern dann durch diesen Park wandern und ihnen erklären, was diese drei Clowns bedeuten. Ich glaube, das kann sehr schön sein. Das kann auch für die Erwachsenen ganz lustig sein.

Und dann: Die vierte Säule, die ist eigentlich ganz banal: Da im Grunde, im Erdgeschoss, möchten wir ein schönes, grosses Restaurant bauen, also dieses hier würde dann nach drüben gehen, gezügelt, und, ja,...also die vier Säulen hab' ich jetzt beschrieben.
Jetzt muss ich nur noch etwas sehr Wichtiges zum Schluss sagen. Vielleicht enttäusche ich die Stiftung Brandenberger — übrigens, dieses Wort gefällt mir so gut: Brandenberger...also ich sehe da vor mir gleich die Nordsee und die Südsee, die an die Klippen branden — aber eben, ich wollte sagen: Es war ja die wunderschöne Idee von Herrn Schmid, auch meine Frau auf die Bühne zu holen, und das, muss ich sagen, das war die schönste Geste, finde ich. Also, ich hab'
 
natürlich Freude am Geschenk, das ist klar; doch ich hätte nichts gemacht, und wir hätten nichts zustande gebracht ohne die Gunda, wirklich. Die Gunda war ja nicht nur meine Frau und Mutter von fünf Kindern; sie war ja selber auch Schauspielerin. Sie ist Malerin, Künstlerin. Heute macht sie Schmuck und Bilder. Doch viel mehr: Sie hat nicht nur das Theater und die Schule gegründet mit uns. Sie hat das Theater jahrelang geleitet, sie hat mir die Technik gemacht, sie hat gekocht, sie hat für die Kinder gesorgt, sie hat meine Tourneen organisiert. Sie hat dann die Schule geleitet — und eben: alles das zusammen, ich finde, das grenzt eigentlich an Wunder.
Und dann ist da natürlich auch meine ganze Equipe, ein Teil meiner Equipe sitzt hier drin, sie alle haben mitgeholfen an der Verwirklichung dieses Projekts, an diesem unglaublichen Zent-rum. Ich kann es heute selber kaum fassen, dass wir das geschafft haben, eigentlich.
Und das ist wirklich nur dank solchen Wundern wie eben diese Frau, von der ich eben erzählt habe — oder so Stiftungen, die einfach grosszügig helfen. Aber eben: Was ich noch sagen wollte, ist: Ich bin ja nicht allein, ich weiss ja, dass diese Stiftung darauf schaut, dass man Persönlichkeiten auswählt, die so viel geleistet haben. Aber ich muss Euch enttäuschen. Ich habe gar nicht so viel geleistet. Ich habe alles mit Helfern und Helferinnen gemacht.

Ich glaube, ich habe jetzt genug gesprochen.